In questi anni, il WiFi è stato sempre più spesso protagonista di ricerche tecnologiche, con decine e decine di sperimentazioni avviate per svariati scopi, anche molto lontani dall’utilizzo classico legato alla connessione a Internet.
Si pensi, ad esempio, all’integrazione del wireless nei sistemi di frenata per veicoli o agli ambiti di utilizzo legati all Internet of Things.
Il WiFi ora può essere utilizzato perfino per “parcheggiare” le sedie nelle sale riunioni (come potete vedere nel seguente video).
Recentemente, grandi passi avanti sono stati compiuti in particolare nell’uso del wireless per la localizzazione di oggetti e persone.
I ricercatori del “Massachusetts Institute of Technology” (MIT) di Boston hanno infatti dato alla luce una nuova tecnologia WiFi in grado di localizzare la posizione di un dispositivo utilizzando un singolo access point, con un’approssimazione che va dai dieci centimetri al mezzo metro circa e senza l’utilizzo di sensori esterni aggiuntivi.
Chronos – questo il nome scelto per l’inedita tecnologia – rappresenterebbe un enorme passo avanti nell’ambito dei sistemi di localizzazione tramite WiFi, perché finora i metodi esistenti rilevavano la posizione di un target con un’approssimazione maggiore e richiedendo l’impiego di molteplici dispositivi.
Chronos, invece, non solo individua gli obiettivi per mezzo di un unico punto di accesso WiFi, ma è pure in grado di calcolarne la distanza.
Per questo, i ricercatori dicono che è 20 volte più accurato dei metodi dei di localizzazione pre-esistenti. Il sistema è stato testato in un appartamento, dove nel 94% dei casi si è identificata con esattezza la posizione dei dispositivi ricercati, e all’interno di un caffè, dove è stato utilizzato per distinguere i clienti che si trovavano dentro al locale da quelli che si trovavano all’esterno dell’area prescelta.
A cosa può servire una tecnologia del genere?
I potenziali ambiti d’uso sono numerosi e interessanti. Ad esempio, potrebbe essere utilizzato per:
- Fornire il WiFi ai soli utenti che si trovano all’interno di un determinato perimetro, in un ristorante ad esempio.
- Evitare l’intrusione di utenti non autorizzati in reti WiFi aperte al pubblico.
- Contribuire a rendere più sicuro l’uso dei droni, consentendo di mantenerli sempre a una determinata distanza di sicurezza dalle persone.
- Fare sì che i robot siano in grado di seguire costantemente il proprietario.
- Fornire l’accesso sicuro a Internet in una determinata area senza l’utilizzo di una password di sicurezza.
- Fornire istantaneamente informazioni basate sulla prossimità solo ad un gruppo selezionato di utenti (ad esempio, indicazioni sullo stato di un imbarco in aeroporto, o simili).
Come per ogni cosa, anche Chronos ha però un punto debole.
Quale?
Per determinare correttamente la posizione di un dispositivo, Chronos necessita di effettuare una calibrazione iniziale sul dispositivo da localizzare. Nel caso che questa calibrazione debba essere compiuta su un oggetto in rapido movimento (come lo smartphone di una persona che sta correndo), i calcoli potrebbero risultare errati e ci potrebbero essere grossi difetti nelle rilevazioni.
In alcuni casi, l’inconveniente sembra comunque risolvibile: si pensi all’uso di un dispositivo di cui si conosce già la velocità, come ad esempio un drone. In questo scenario, l’errore può essere facilmente evitato preconfigurando appositamente il sistema.
Ecco un video descrittivo di questa nuova tecnologia, pubblicato sull’account YouTube del “Massachusetts Institute of Technology’s Computer Science and Artificial Intelligence Laboratory” (CSAIL).