Insegna che indica l'anno di invenzione del Wi-Fi.

15 Anni Senza Fili: Breve Storia del Wi-Fi

Forse non tutti sanno che nel 2014 si sono festeggiati 15 anni di libertà.

Si tratta di un tipo di libertà particolare, che riguarda i nostri movimenti, le nostre abitudini e i dispositivi tecnologici che utilizziamo: la libertà dai cavi di connessione a Internet.

Nel 1999 nasceva ufficialmente la tecnologia Wi-Fi, declinata nel protocollo allora vigente, lo IEEE 802.11b.

Oggi, aggiornato e integrato da sviluppi e innovazioni, il “Wireless Fidelity” – (falso) nome dal quale una (falsa) leggenda dice sia nato l’acronimo del Wi-Fi – è diventato uno dei principali standard per la trasmissione dei dati in formato digitale ed è in continua diffusione e crescita.

Questo risultato è figlio di anni di studi, dedicati all’inseguimento di un obiettivo che si identifica in un’unica semplice parola: interoperabilità.

È proprio questo il significato del famoso logo del Wi-Fi, conosciuto da tutti, nel quale il colore bianco e il colore nero si intrecciano tra loro a indicare la possibilità di scambio di informazioni per far lavorare insieme organizzazioni e sistemi.

L’interoperabilità è ciò che ogni giorno chiediamo di svolgere ai nostri dispositivi mobili, quando chattiamo su WhatsApp, leggiamo un quotidiano online o effettuiamo sul web una qualsiasi attività tramite collegamento Wi-Fi.

Percorriamo alcune tra le tappe principali della storia di questa tecnologia.

Storia di una rivoluzione

Anche se ormai ci si è abituati a utilizzarlo, tanto da iniziare a considerarlo quasi un diritto, il Wi-Fi è stato un’innovazione di enorme portata.

Per rendersene conto è sufficiente vedere il seguente filmato del 1999, in cui il celebre fondatore di Apple Steve Jobs – in occasione della presentazione dell’iBook – è costretto a mostrare il funzionamento della connessione senza fili utilizzando un hula hoop.

Questa grande invenzione ha richiesto diversi anni di ricerche per vedere la luce.

I primi esperimenti assimilabili allo sviluppo della tecnologia Wi-Fi risalgono addirittura al 1971, con gli studi su una rete wireless basata sulle comuni frequenze radiotelevisive UHF.

Dal 1985, la sperimentazione si è intensificata in particolare in America, grazie anche alla decisione della Federal Communication Commission (FCC) di aprire la ricerca su alcuni spettri di trasmissione wireless senza necessità di alcuna licenza governativa.

Nel giro di pochi anni sono arrivati i primi risultati di rilievo: nel 1991, ad esempio, sono stati prodotti i primi apparecchi wireless, usati principalmente per la registrazione di incassi.

Si chiamavano WaveLAN e hanno rappresentato uno dei principali precursori dello standard 802.11.

Nel 1997 nasceva la prima versione ufficiale del protocollo denominato “IEEE 802.11”, sviluppato da una delle commissioni del Institute of Electrical and Electronic Engineers (IEEE), associazione internazionale di scienziati professionisti che si occupa di ricerche sulle nuove tecnologie. Questa connessione raggiungeva la velocità di 2 Mbit al secondo.

Due anni più tardi, nel 1999, ha visto la luce il protocollo 802.11b, insieme con il nome “Wi-Fi” e il relativo logo.

Da quel momento, lo sviluppo di questa tecnologia e il suo propagarsi non si sono ancora arrestati, anzi fanno registrare nuovi record anno dopo anno.

Il 52% del traffico dati mobile viaggerà su Wi-Fi

Ad esempio, secondo una recente indagine di Cisco (una delle compagnie che hanno maggiormente contribuito all’espansione di questo standard di trasmissione) pubblicata anche su corrierecomunicazioni.it, entro il 2018 la maggior parte del traffico dati generato da dispositivi mobili sarà veicolato tramite Wi-Fi. Si parla di circa 17,3 exabyte al mese.

Pare inoltre che per quella data, l’offload del 52% del traffico mobile globale avverrà proprio su reti Wi-Fi, con una crescita del 10% rispetto al 2013.

Dati plausibili, considerati i molteplici usi che già oggi possono essere fatti di questa tecnologia (si pensi, ad esempio, alle caratteristiche dei dispositivi indossabili e alla loro diffusione).

Ma il Wi-Fi non era morto?

Eppure, fino a qualche tempo fa, molti davano questa tecnologia per defunta, colpita a morte di volta in volta dall’ultimo arrivato tra gli standard di trasmissione dei dati in formato digitale.

A tal proposito, affermava pochi mesi fa Nicola De Carne, CEO di Wi-Next, in un’intervista rilasciata al quotidiano online Key4Biz.it:

Ho visto il Wi-Fi passare attraverso diversi anatemi per cui doveva perire per fare spazio a tecnologie che, secondo gli analisti, sarebbero state più affidabili e pervasive, prima l’UMTS, poi, dopo qualche anno, il WiMax, a seguire le chiavette USB-3G e adesso la tecnologia LTE, commercialmente conosciuta come 4G, che promette la possibilità di collegarsi ad Internet in mobilità ad una velocità prossima ai 300 Mbps.

Con il passare degli anni il Wi-Fi non solo è sopravvissuto all’affacciarsi di queste tecnologie, che in alcuni casi a loro volta hanno dovuto cedere il passo come per il WiMax, ma si è dimostrata una delle poche tecnologie di comunicazione Wireless in grado di evolversi continuamente affermandosi di fatto come l’unica soluzione sostanzialmente standard in tutto il mondo, economica, semplice da utilizzare e soprattutto, nonostante gli sforzi di molti vendor, libera.

Un successo annunciato

In effetti, sembra che del Wi-Fi non si possa più fare a meno: si utilizza in casa, al lavoro, al pub, in palestra, mentre si fa shopping ed è richiestissimo perfino da chi viaggia in aereo.

Grazie alle sue caratteristiche, esso è stato utilizzato come veicolo principe per la connessione a Internet in ogni ambito di utilizzo: domestico, aziendale, ospedaliero, commerciale, ecc.

Sempre più veloce, efficiente e adattabile, il wireless ha contribuito ad abbattere i costi della diffusione di Internet, ha aperto alle piccole e medie imprese la possibilità di fare business attraverso la Rete e, grazie all’impiego di sistemi Wi-Fi, ha permesso anche alle piccole attività di condurre campagne di marketing e iniziative volte ad allargare il proprio giro di affari, con opportunità di ricavo in precedenza impensabili.

Una rivoluzione che ha influenzato le abitudini delle persone a tutti i livelli, personale, lavorativo, sociale.

Del resto, prima che Steve Jobs facesse la dimostrazione con quell’hula hoop, chi davvero poteva pensare che non ci fosse un qualche cavo collegato a quel computer?

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